E’ stata una strage ma avrebbe potuto essere un evento funesto di ben più ampie proporzioni e con molte vittime eccellenti se Dingo, Jonai, Dacha, Maya e Karma non avessero perlustrato, a fine maggio, una vasta zona del Parco Nazionale d’Abruzzo, affiancando il personale del Corpo Forestale dello Stato.
Lavorando incessantemente per ore ed ore sotto la pioggia guidati dai due conduttori, Alberto ed Alessandra, i cani hanno bonificato l’area ed evitato così che altri animali potessero essere stroncati dal veleno.
Le 29 piccole polpette di carne “ripiene” di una sostanza tossica sparse nel Parco Nazionale d’Abruzzo non sarebbero mai state ritrovate dal personale di polizia senza l’aiuto dei cani e sarebbero ancora lì, pronte a colpire altri animali in un’area frequentata abitualmente dal lupo e dall’orso marsicano (Ursus arctos marsicanus), una sottospecie endemica dell’Appennino centro-meridionale italiano che pare contare soltanto tra i 40 ed i 50 individui. Pochi giorni prima, in questa stessa zona, erano stati rinvenuti due lupi morti avvelenati.
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