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[Neophron percnopterus]

 

Carta d’indentità

Il capovaccaio (foto M. Mendi)
Il capovaccaio (foto M. Mendi).

Apertura alare: 155-170 cm (è il più piccolo degli avvoltoi europei ed africani).

Piumaggio dell’adulto: bianco e nero, con faccia gialla e zampe rosa.

Silhouette: piumaggio bianco con remiganti nere, coda cuneiforme.

Ambiente: aree aperte con presenza di bestiame e pareti rocciose.

Nidificazione: in cavità di pareti rocciose, raramente su alberi.

Cibo: carcasse, placente, escrementi, rifiuti, piccoli animali.

Uova: 1-2.

Presenza: in Europa la specie è migratrice nidificante, sverna nell’Africa sub-sahariana.

 

Distribuzione e status

L’areale del capovaccaio comprende Europa meridionale, Africa, Medio Oriente, Asia centrale ed India. In Nepal ed India è presente la sottospecie N. percnopterus ginginianus.

La popolazione mondiale sta subendo un rapido declino a causa del quale nel 2008 è stata classificata dall’IUCN -Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (2008)- come “Minacciata”.

La popolazione europea di Capovaccaio, localizzata attorno al bacino del Mediterraneo, è diminuita di circa il 50% nelle ultime tre generazioni (42 anni). In Europa sono stimate attualmente 2.600/3.100 coppie.

 

In Italia

La popolazione italiana di capovaccaio è drasticamente diminuita negli ultimi 50 anni. Negli anni ’70 erano stimate circa 70 coppie localizzate nella Maremma toscana e laziale, in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia mentre attualmente sono censite circa 10 coppie, tutte distribuite nel Meridione d’Italia (Calabria, Basilicata, Sicilia).

Il WWF Toscana ha in corso un programma di riproduzione in cattività e ripopolamento che, sinora, ha portato alla nascita di 14 esemplari ed alla liberazione di nove giovani esemplari, due in Toscana e sette nell’Oasi LIPU Gravina di Laterza (TA).

Interventi a sostegno della specie, quali sorveglianza delle aree di nidificazione e supporto alimentare, vengono attuati in alcune aree di nidificazione.

E’ in corso di pubblicazione un Piano di Azione Nazionale per la specie a cura dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ex INFS) nell’ambito del progetto LIFE Natura Rapaci lucani, realizzato dalla Provincia di Matera.

 

In Spagna

La Spagna, con 1.320-1.475 coppie secondo l’ultimo censimento risalente al 2000, ospita circa l’80% della popolazione europea di capovaccaio. La maggior parte della popolazione è localizzata nella Valle dell’Ebro, nei Pirenei, nella cordigliera cantabrica e nelle montagne dell’Extremadura e della zona di Salamanca.

Si stima che tra il 1988 ed il 2002 la popolazione spagnola abbia, purtroppo, subito un calo di circa il 25%.

In Andalusia la specie ha subito un significativo decremento negli ultimi venti anni, dovuto principalmente all’uso illegale del veleno. Dalle 89 coppie censite nel 1987, si è passati alle 47 coppie censite nel 2003 ed alle 55 coppie censite nel 2008.

L’Assessorato all’Ambiente dell’Andalusia sta attuando una serie di misure per favorire la conservazione della specie che vanno dalla lotta all’uso del veleno alla realizzazione di punti di alimentazione supplementare.

In Aragona nidificano circa 273 coppie di capovaccaio. Le più importanti aree di nidificazione sono i Pirenei, le aree montuose pre-pirenaiche e la Valle dell’Ebro.

La specie appare in declino, come nel resto della Spagna; la situazione appare particolarmente drammatica nella Valle dell’Ebro dove si stima la scomparsa di circa il 70% delle coppie a causa, soprattutto, dell’uso del veleno.

 

Minacce

Il veleno appare una delle minacce più gravi per la conservazione della specie. Altre minacce sono l’elettrocuzione, l’impatto contro linee elettriche ed impianti eolici, il bracconaggio, il disturbo nei siti di nidificazione, l’antropizzazione del territorio, la minor disponibilità di cibo legata anche alla chiusura di discariche e dei luoghi, in Spagna, dove gli allevatori erano soliti smaltire i capi di bestiame morti, chiamati muladares o vertederos.